Categoria: Diario di Viaggio
Diario di viaggio- EMIRATI ARABI- Abu Dhabi & Dubai
Eccomi ad Abu Dhabi la capitale degli Emirati Arabi. Una città affascinante, ancora non del tutto costituita da grattacieli e cemento. Questo la rende ai miei occhi, una piacevole città da esplorare. Si può definire un misto tra la bellissima Muscat in Oman e la super innovativa Dubai. Qui negli Emirati, Il giallo del deserto ne domina il territorio, ma appena si entra in questa città non si può non essere rapiti dal colore bianco della moschea più grande d’arabia: la “White Moschee”. Costruita di recente, terminata nel 2007. Può ospitare fino a 41000 fedeli.
Entro in questa moschea indossando una tunica bianca che mi rende parte integrante di essa… anche qui come in ogni sito religioso del mondo, noto la grande ricchezza dei materiali con cuoi è costruita. Il tappeto più grande del mondo, lampadari di Swaroswi ecc.. Inoltre i 99 nomi di Dio nel Corano sono presenti sul muro di Qibla… e all’interno un Imam canta preghiere islamiche, rendendo questo luogo più mistico del solito. Davvero emozionante… Esco dalla Moschea arricchito e ancor più consapevole che ogni religione merita di essere rispettata per le sue tradizioni e i suoi affascinanti ideali. Il giorno successivo navigo nel Golfo Arabo fino ad attraccare nell’isola di Sir Bani yas.

E’ un isola naturale dove si possono incontrare più di trenta specie di animali in libertà che vengono salvaguardati dall’uomo. Si può navigare in kayak e assistere al volo di fenicotteri, cormorani, codoni, aironi grigi e l’uccello più simbolico… l’orice d’Arabia. Poi tartarughe di mare, gazzelle, antilopi, e pecore. Adoro quest’angolo selvaggio d’Arabia!
Con il mio zaino mi addentro nel deserto Arabico dove incontro branchi di cammelli, isolati arbusti, rocce e alte dune. Un oceano di sabbia selvaggia che sembra non finire mai… Questa si che è pura avventura!

DUBAI
Non sono molto esaltato all’idea di visitare per la prima volta Dubai. Città del lusso sfrenato, dei record battuti, degli edifici ultramoderni. Da amante della natura selvaggia e della tradizione storica dei popoli, credo fortemente che sia l’ultimo posto al mondo che meriti di essere visitato! Ma credo anche che una volta nella vita ogni singolo posto del mondo debba essere visto. Anche il più brutto e il meno accogliente! Così eccomi qua nel luogo dove il cemento e il petrolio ne fanno da padrone. Visito la nuova città e ovunque mi giri incontro arabi straricchi con donne bellissime, macchine da sogno e grattacieli.
Da buon turista zaino in spalla mi accingo a visitare i posti per me più interessanti come l’acquario più grande del mondo, la spiaggia, e poi boh.. nient’altro penso… Almeno a me personalmente questa città non dona nessuna bella emozione. Cè addirittura una pista da sci dentro un centro commerciale compresa di pinguini! No no! mi dispiace ma non ci siamo proprio… Comincio a odiare questa città. Non cè nessun angolo di natura e di tradizione araba. Prima di andare via però assisto allo spettacolo creato attraverso giochi d’acqua dalla mega fontana vicino al grattacielo più alto del mondo: il Burj Khalifa.
Ecco forse questi venti minuti di giochi pirotecnici d’acqua riescono a suscitare in me un briciolo di emozione…
Fortunatamente esiste una “Dubai vecchia” lontana qualche chilometro dalla modernità della nuova, composta da case arabe, deserto e un grande Suq, il mercato arabo. Qui finalmente mi sento a casa. Dentro di me tornano le sensazioni che rendono un viaggiatore avventuriero vivo! Giro per tutto il mercato respirando l’odore d’incenso e odorando il profumo dei cibi arabi. Mangio dei datteri e bevo un buonissimo the! Acquisto dopo una lunga trattativa un Narghilè che orgogliosamente porto a casa in Italia.
Lascio Dubai un po’ deluso ma comunque arricchito. Visitandola ho capito quanto sia enorme la forza derivata dai denari del petrolio. Con esso hanno potuto costruire un mondo dove prima vi era solo deserto o ancora meglio solo dell’acqua. Si perché sono state costruite anche delle isole artificiali nel golfo! Pazzesco!
Concludo questo viaggio portandomi dentro la bellezza dei deserti, dell’sola naturale di Sir Bani Yas, delle moschee e di tutta la terra dell’Oman.
Lascio invece fuori i grattacieli, le macchine lussuose, i centri commerciali e le isole artificiali, costruite sfidando le leggi di madre natura sfruttando una delle sue materie prime. Questi beni materiali non sono riusciti in nessun modo a regalarmi emozioni. Anzi al contrario, mi hanno creato ansia nel vedere un mondo finto creato solo per illudere la felicità degli uomini.
Diario di Viaggio- BELGIO
BRUXELLES, BRUGES e GENT
Vi racconto del mio tour belga trascorso girovagando per Bruxelles, Bruges e Gent. Famoso per la sua capitale Bruxelles sede del governo dell’unione europea, Il Belgio è uno stato ricco di storia, arte e natura. Insomma tanti validi motivi per visitarlo almeno una volta nella vita.
Il mio tour parte proprio dalla capitale Bruxelles e con il mio zaino in spalla inizio a girovagare per le vie della città. Molti palazzoni vecchi e altrettanti grattacieli nuovi ne costituiscono la sua personalità.. molto cemento e poche emozioni. Questo è quello che vedo e che penso al primo impatto.
Cosi mi butto nella ricerca dell’arte culinaria belga. Qui Il cioccolato è una squisitezza e la birra è la mia preferita in assoluto!
Ma la mia curiosità visiva, per ora rimasta un po’ delusa, viene poi ripagata al mio ingresso nella ” Grand Place” la piazza centrale di Bruxelles. Torri e palazzi in stile gotico ne fanno da cornice e io immobile nel centro mi sento avvolto in un vortice carico di storia, arte e bellezza.
Mi giro continuamente, guardandomi intorno esclamando ” Wow! sono al centro di una delle piazze più belle del mondo..!” di fatto iscritta nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Qui ci passerò la notte di capodanno festeggiando con i miei due amici Chiara e Cristian l’avvento del nuovo anno. Brinderemo con tanta buona birra..
I giorni successivi mi muovo in metro e raggiungo la zona del parco Heysel per visitare l’Atomium, un monumento in acciaio alto 102 metri rappresentante i 9 atomi, che ne simboleggia la città dopo l’esposizione universale del 1958.
Ma il mio vero obbiettivo è recarmi al vecchio “stadio Heysel” ora ricostruito e rinominato “Re Baldovino” per rendere omaggio ai miei fratelli juventini morti tragicamente durante la finale della coppa dei campioni del 1986. La tragedia è tristemente famosa in quanto una tribuna dello stadio chiamata settore Z, crollò per l’invasione di molti hooligans inglesi. A causa del loro accesso e delle violenze la tribuna crollò schiacciando molti tifosi italiani. Appena giunto davanti allo stadio un vuoto freddo e profondo mi pervase l’anima. Il cielo sembrò più grigio e un silenzio tombale riecheggiava tra i quattro riflettori, le tribune e il mio sguardo.
Immaginai quegli attimi di terrore ripensando alle tante immagini viste in tv che sancivano quella maledetta violenza.
BRUGES
Il giorno dopo, viaggiando in treno da Bruxelles, giungo nella capitale delle Fiandre: la meravigliosa Bruges. Si meravigliosa! questo è il termine adatto per definire questa cittadina a nord-ovest del Belgio. Qui camminando per i sentieri ciottolati ci si può innamorare a prima vista di questa “Venezia” belga… la cittadina medioevale è interamente attraversata da splendidi canali che ne caratterizzano la sua sua identità. Mi fermo più volte a scattare decine di foto a ogni scorcio caratteristico composto da ponti, case basse e chiese fiamminghe.
Arrivato nel centro storico, brindo con della buonissima birra insieme ai miei compagni di viaggio Chiara e Cristian.
Anche questo luogo è stato proclamato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Fa molto freddo ma è impossibile resistere alla tentazione di fare un giro in battello tra i canali. Cosi girovaghiamo per la città ricercando dalla superfice dell’acqua ogni angolo nascosto di questo paese fiabesco. Il colore giallo e marrone delle foglie cadute fa da tappeto a gruppi di cigni e anatre ci accompagnano seguendo la nostra navigazione.
E dopo la leggera nebbia che ci ha accompagnato per tutta la mattinata, come nelle migliore favole, arriva anche qui il lieto fine! Finalmente ci pensa il sole con i suoi raggi a ravvivare il colore invernale riflesso dai canali sulle foglie appassite.
GENT
Un successivo viaggio in treno mi conduce ancora nelle Fiandre nell’antica contea di Gent. Altra meravigliosa scoperta! città fiamminga dal fascino incredibile. La definirei un misto tra Amsterdam e Bruges dove i canali e i vicoli caratteristici rapiscono la mente per poi restituire dei pensieri ricchi di ispirazione. Il cielo è grigio e Gent veste il suo abito più freddo ma nonostante ciò la sua bellezza non ci congela affatto il cuore ma lo riscalda di ammirazione.
Tutta la città come Bruges è patrimonio Unesco. Osservo la cattedrale di San Bavone e sul lato opposto il Belfort. Gent è una delle poche città dove è possibile trovare ogni stile architettonico. Qui infatti è nato lo stile dei tetti a scaletta esportato poi in Olanda dai protestanti fiamminghi.
Termino il mio tour nel Belgio arricchito e pieno di ispirazione. Mi prometto un giorno di ritornarci magari in una stagione più calda. Le Fiandre del nord sono una delle regioni più interessanti d’Europa e averle visitate mi hanno fatto scoprire un mondo nuovo pieno di arte e architettura. Ma il vero vincitore per me qui è la birra! Non esiste al mondo birra più buona di quella belga…
Cin Cin !!! alla salute !!!
Alessandro Cusinato
Diario di viaggio- Thailandia
Viaggio fatto nel febbraio del 2015.
Vi racconto quel che ho vissuto a Phuket, un’isola nel sud della Thailandia bagnata dall’oceano indiano e famosa per le sue spiagge bianche e coralline. Passo il primo giorno nella meravigliosa spiaggia fuori dal mio resort. L’ambiente è meraviglioso ma molto suggestivo… si è bellissimo ma… è una di quelle spiaggie colpite dallo Tsunami del 2006 e sdraiarsi al sole su questa sabbia mi fa rabbrividire. Cerco di non pensare troppo agli attimi terribili accaduti anni prima, ma la mia immaginazione e sensibilità non riescono a riportarmi con la mente al presente. Per diversi istanti rimango immobile nell’osservare l’orizzonte dell’oceano per poi tornare con la mente sulla spiaggia ripercorrendo col pensiero la pazza corsa di quelle dannate onde. Sono attimi di una stranissima emozione. Fortunatamente il tempo passa e dentro me sospiro pensando che fa tutto parte del passato. Pian piano mi rilasso e verso sera mi godo uno dei tramonti più belli della mia vita.
Il giorno successivo vado in escursione nella vicina cittadina di Patong. La città è molto caotica e povera. Per le strade si incontrano fiumi di turisti di tutte le nazionalità e tanti thailandesi pronti a sfruttare in ogni modo l’unica loro fonte di guadagno. La povertà qui è molto alta e i turisti sono per loro oro caduto dal cielo. Si contratta su tutto dalla vendita di una maglietta all’assaggio di insetti cotti! si! qui il mangiare non è affatto male, da piatti a base di riso,pesce o carne fino agli insetti… e se si viene qua non si può non provare i famosi massaggi thailandesi.
Nei giorni successivi faccio diverse escursioni in motoscafo nelle stupende isole intorno a Phuket. Esploro anche Phi Phi Island famosa per essere stata il set del film “THE BEACH” con Leonardo Di Caprio. Ma l’escursione mi delude, causa del troppo affollamento di turisti che invadono la piccola spiaggia paradisiaca… manco fosse il peggior ferragosto di Rimini! Insomma molto meglio avventurarsi in qualche altra caletta dispersa nell’oceano, molto meno famosa ma più silenziosa e selvaggia.
Navigando capita spesso di gettarsi in acqua per nuotare e fare dello snorkeling. Quello che si vede intorno è un meraviglioso spettacolo della natura. Scogliere a picco su un mare verde smeraldo e spiagge bianchissime ricche di sabbia finissima. Sopra le scogliere una fitta foresta verde abitata da simpatiche scimmiette che dall’alto dei rami ti osservano intente a difendere il loro territorio.
Torno in Italia con la consapevolezza di essere stato in un paese meraviglioso ma molto povero dove la più grande fonte di ricchezza è portata da noi turisti. E’ un vero paradiso in terra. Hanno mare, spiagge da sogno e una jungla affascinante da esplorare. Ma se ci si allontana dalle spiagge e ci si addentra all’interno delle città si prova un senso di tristezza osservando uomini e donne pronte a tutto pur di guadagnarsi da vivere. La sera le ragazze ti chiamano per intrattenerti all’interno di un pub o di un locale e se si è single è facile uscirne “fidanzati”. I thailandesi sono un popolo magnifico, capace di sorridere sempre. Ti contagiano fino a non farti smettere di essere felice per tutta la durata del viaggio. Dopo lo Tsunami del 2006 si sono rimboccati le maniche e con la forza di volontà hanno ricostruito tutto compreso le loro paure contenute nelle loro anime. Tornerò sicuramente in Thailandia per visitarne il nord, per scoprire la sua splendida natura e il suo popolo che non si è mai arreso e mai lo farà usando come arma il proprio sorriso.
Diario di viaggio Perù – CANYON DEL COLCA
25 AGOSTO – CANYON DEL COLCA
La partenza è alle consuete tre del mattino da Arequipa. Dopo più di tre ore di bus, all’aba giungo a Chivay salendo poi fino a quota 4350 metri. Il paesaggio incomincia a trasformarsi diventando quasi lunare. Cactus, siepi basse, ed erba gialla lo rendono simile ad un deserto ad alta quota. E’ il grande cratere scavato dalle forze erosive del fiume Colca.
Il nome Colca si riferisce ai granai di fango e pietra scavati in epoca Inca e pre Inca nelle roccie del Canyon. Si tratta del secondo Canyon più profondo al mondo. Il paesaggio è davvero suggestivo e unico, respirare non è facile a causa della mancanza di ossigeno derivata dall’altura. Ma fortunatamente il mio corpo presente a queste altitudini da molti giorni si è ormai acclimatato e non soffro più di problemi di questo tipo.
Ma lo scopo principale di questa escursione è quella di assistere al volo di uno dei sacri animali Inca, il protettore del regno di sopra: Il condor.
Il bus si ferma in un punto strategico dove sono presenti dei miradores naturali.
Qui osservo tutta la bellezza e la profondità di questa valle incantata compresi i vulcani Coropuna e Ampato. Pareti a strapiombo fanno da casa a una decina di Condor che all’improvviso mi svolazzano davanti.
E’ un emozione fantastica osservare queste splendide creature intente a dominare dall’alto tutto il Canyon. Osservandoli mi rendo conto di essere in una valle sacra dove questi imponenti esemplari volando proteggono con le loro ali il padre di ogni Inca: Il Dio Sole Inti.
Proseguo il mio viaggio atttaversando le strade strette e a picco del Canyon giungendo in un luogo magico. Mi siedo su una roccia a strapiombo che costeggia la strada e guardando davanti a me verso l’orizzonte, noto un piccolo puntino bianco in cima ad un’alta montagna. La guida mi dice che quello è il Nevado Mismi, il ghiacciaio da dove nasce il Rio Delle Amazzoni.

<< Wow !>> esclamo io…
Resto ammutolito, incantato e senza parole.
Per me è uno dei momenti più emozionanti di tutto il viaggio.. Cerco di immaginare come possa nascere da un puntino cosi piccolo il corso d’acqua più lungo al mondo.. un fiume mitico che attraverserà Perù, Colombia e Brasile bagnando la foresta amazzonica. Insomma sto assistendo al parto di Pachamama madre natura, che dà alla luce una delle sue creature più influenti per la vita di altrettante creature della nostra terra.

Diario di viaggio Perù- MONTAGNA ARCOBALENO
Verso le 7,00 arriviamo a destinazione. Scendo dal bus e il paesaggio che mi accoglie è uno dei più suggestivi al mondo. Un’ampia vallata di rocce di color giallognolo e marrone contornate dalle cime più alte delle Ande Sudamericane. Al campo base domina un grande cartello verde con incisa la scritta “Welcome to mountain colours Apu Winicunca”
Diario di viaggio Perù – CUZCO e VALLE SAGRADO
Diario di Viaggio Perù – LIMA-
Mi sveglio alle 9,00 dormendo forse quattro ore. Apro gli occhi ma non connetto ancora bene. Stento a crederci ma sono in Perù…ce l’ho fatta! Mi faccio una doccia e scendo per fare Desajuno (colazione) Non è male! fette di torta, pane e marmellata succo di frutta. Cè anche il caffe ma non “espresso” però. Beh sempre meglio che niente.
MAURITIUS e la sua anima – Diario di viaggio
Sarà stato solo un sogno, ma posso assicurarvi che al mio risveglio avevo ancora la bocca spalancata dall’emozione mentre ripensavo a quello che avevo appena vissuto. Ricordo di essermi catapultato all’improvviso all’interno di un immenso giardino dell’eden. Banani ,palme, ibisco, frangipane e frutti tropicali coloravano l’intero paesaggio di profumi e colori estasiatici. Camminavo accaldato con indosso la mia canottiera e sulle spalle portavo uno zainetto mentre scimmiette e pappagalli rallegravano con la loro presenza la selvaggia natura incontaminata che mi circondava. Afferrai la mia macchina fotografica pronto per catturare con uno scatto i momenti più suggestivi.
Affascinato mi voltai , notando ampie distese di canna da zucchero , the e vaniglia che con il loro profumo mi condussero insieme alla deliziosa fragranza del fiore di frangipane, all’interno di un piccolo villaggio. Uomini e donne sorridenti banchettavano all’aperto con piatti piccanti speziati dai sapori forti. Quei caratteristici odori stuzzicarono in me l’appetito e per un attimo riuscirono addirittura a farmi dimenticare il buon profumo di vaniglia e frangipane. Il sorriso di un uomo gentile, mi donò poggiando nelle mie mani un piatto contenente una squisita prelibatezza da assaggiare. Ma il richiamo di un delfino mi fece ricordare che dovevo proseguire la mia marcia fino al mare. Giunsi su una spiaggia di sabbia bianchissima che leggiadra si strofinava pungente sulla mia pelle abbronzata dal sole dei tropici.
Davanti ai miei occhi , uno spettacolo maestoso : l’mmensità dell’oceano indiano. Ma nonostante la sua grandezza, sapevo di essere protetto da un meraviglioso muro di coralli colorati che come una cinta circondavano quel giardino e la sua cristallina piscina salata. Nel frattempo qualche imponente onda oceanica in lontananza tentava invano di penetrare oltre la cinta, con il muro naturale della barriera corallina che potente le respingeva. Tranquillizzato e Innamorato dalla cristallinità di quell’acqua tiepida, mi tuffai nuotando tra delfini e tartarughe. Incontrai alcune specie di pesci che fin ora avevo visto solo negli acquari. Mi senti leggero, felice senza il peso dello stress della mia normale vita. Mi sembrava di volare immerso nel blu di quella parte calma e tranquilla dell’oceano. Poi di colpo iniziò a piovere. Era la classica nuvola di pioggia giornaliera che dall’alto bagnava l’intera isola. Era ora di tornare all’interno del giardino e andare a caccia dello scatto più bello e suggestivo da fare.
Alzando lo sguardo però, uno strano animale simile a una gallina mi fissò domandandomi: – Straniero, prosegui il tuo viaggio senza far del male a questa terra .-
Rimasi di sasso. Ma poi lo strano essere scomparì e senza dar molto peso alle sue parole continuai a camminare.
Il sentiero mi portò dritto verso un lago chiamato ” Gand Bassin” ” dove l’altissima statua del dio Shiva sorgeva impetuosa . Un pappagallo cinguettandomi nell’orecchio mi sussurrò che per la gente induista del posto il lago era sacro. Scrutando il lago e sulle sue sponde notai con grande fascino che vi sorgevano numerosi templi induisti. – Ecco questo è un altro ottimo motivo per scattare una foto. – pensai . Poi in silenzio entrai in un tempio rigorosamente a piedi scalzi .
Ma il pappagallo molto saggio mi consigliò di proseguire il mio cammino fino a “Chamarel ” promettendomi che li avrei trovato il più chimerico scatto fotografico che cercavo. Mi disse di proseguire dritto per qualche chilometro sopra il monte e poi ci sarebbe stata Tarta, una tartaruga gigante che mi avrebbe accompagnato a Chamalet. Lo ascoltai e poco dopo incontrati proprio Tarta. Era enorme ma gentile e mi disse di risalire sul monte ancora un po’ più in alto e che poi avrei assistito a uno spettacolo della natura unico al mondo. Sali più sopra arrivando a destinazione. Vidi qualcosa di unico al mondo. Rimasi immobile con la bocca spalancata. Ammirai una zona ricoperta da sette strati di sabbia ognuno di colore diverso (rosso, marrone, viola, verde, blu, porpora e giallo) Uno spettacolo naturale dato alla vita dai caldi raggi del sole contro la terra di origine vulcanica di quell’esclusivo luogo.
Altre tartarughe giganti che tranquille passeggiavano sopra quella fantastica terra colorata guardandomi perplesse mi domandarono : – Ma lo sai come si chiama questo posto? –
– No.- gli risposi
– Si chiama Terra dei sette colori . – mi risposero in coro pappagalli , tartarughe e quello strano animale simile a una gallina che avevo incontrato poco prima . Presi la macchina fotografica e scattai una foto ad dir poco meravigliosa . Ma come in tutti i sogni venni sbalzato imprevedibilmente di nuovo in mare , dove un delfino mi trasportò su un isoletta incantevole chiamata ” L’isola dei Cervi”.
Una volta giunto sulla più piccola isoletta mi accorsi che il mare e la spiaggia sembravano ancora più cristallini . Con mio grande stupore osservai sotto riva, centinaia di stelle marine che garbate abitavano il cielo azzurro dell’oceano. Ne presi una in mano estraendola fuori dalla superfice dell’acqua.
Ma a quel punto lo strano essere somigliante una gallina appollaiato a riva tra le palme osservandomi esclamò – No straniero, le stelle marine non possono vivere se estratte fuori dall’acqua del mare .- Sbalordito e confuso rilasciai immediatamente la stella sommergersi nell’acqua .
A quel punto incuriosito gli domandai.
– Ma tu cosa sei? –
Lo strano essere apri le ali e con fare aggraziato mi rispose:
– Ma come non lo sai ? Sono l’anima dell’isola straniero..tutti mi chiamano DODO .-,
La commozione mi congelò il sangue . Caddi nell’acqua svenuto e privo di sensi .
Mi risvegliai nel mio letto ancora emozionato .
Avevo parlato con un animale estinto da secoli , nato e cresciuto soltanto su quell’isola paradisiaca e che a causa dell’invasione dell’uomo si era estinto per sempre .
L’isola di Mauritius è uno dei pochi paradisi terrestri rimasti che ho avuto la fortuna di visitare . Spero con tutto il cuore che l’anima del Dodo protegga quest’isola per sempre . Sarebbe bello pensare che un giorno il Dodo , possa tornare a giocare tra le canne da zucchero, nella vaniglia o sulla terra dei sette colori del vulcano . Sperare non costa niente , anche se in questo caso “sognare ” un suo ritorno sembra molto più logico . Che dio benedica la natura e .. che dio punisca la cattiveria dell’uomo .
Alessandro Cusinato