ISTANBUL- Diario di viaggio

Ci sono città che sogni di vedere da tutta la vita. Città mitiche protagoniste di ogni libro di storia. Esse sono capaci di proiettarti nella pellicola di un film che sembra girato in angoli diversi del mondo e del tempo… Ma poi un giorno decidi di andarle a visitare di persona e scopri che quel film si è svolto in un unico luogo ma in diversi tempi… Benvenuti a Istanbul la porta d’oriente.

La porta d'oriente
La porta d’oriente

L’atmosfera di Istanbul è unica. Giunto in riva al Bosforo rimango rapito dal profumo dell’oriente che apre la sua porta ai viaggiatori. Infatuato inizio ad ammirarla. Le mie pupille come quelle di ogni uomo o donna si ingrandiscono per cercare di contenere tutta la bellezza che stanno osservando. La si può chiamare con nomi diversi: Bisanzio, Costantinopoli o Istanbul ma lei comunque stringendo le spalle e sorridendo risponderà sempre “Si.. sono io. “. I suoi tre nomi la rendono fiera di quella che è e di quella che è stata nel suo leggendario passato. La giovane Bisanzio , la romana Costantinopoli e la moderna musulmana Istanbul. Qui ci sono passati davvero tutti. Greci, Romani, Ottomani. Il suo modo di fare attira come calamite viaggiatori di ogni angolo del mondo curiosi di leggere con i loro occhi quello che sin da piccoli hanno studiato nei libri di scuola. Istanbul è un libro da sfogliare e un museo a cielo aperto con un biglietto di primissima fila sulla storia.

Basilica di Santa Sofia
Basilica di Santa Sofia

Alloggiamo nella zona musulmana della città. All’alba accade subito qualcosa di magico: vengo svegliato dall’eco della preghiera islamica pronunciata da un Imam che metallica fuoriesce dall’altoparlante posto in cima alla moschea vicina al mio alberghetto. Quasi in contemporanea inizia la stessa preghiera, proveniente questa volta da una seconda moschea. La stessa cantilena giunge da una terza moschea e cosi via per tutte le moschee della città. Nel buio del giorno che sta per nascere si diffonde tutta la potenza e la spiritualità della religione di maggioranza. Emozionato mi riaddormento…

Di buon mattino io e i miei quattro compagni di viaggio, Tommaso, Giuseppe, Rosella e Federica giungiamo nel distretto di Faitih, nel mahalle di Sultanahmet dinnanzi alla Basilica di Santa Sofia. Dal di fuori è imponente e bellissima! Dedicata a Sophia (la sapienza di Dio) dal 537 al 1453 fu cattedrale ortodossa e sede del Patriarcato di Costantinopoli, a eccezione di un breve periodo tra il 1204 e il 1261 in cui i crociati la convertirono in cattedrale cattolica di rito romano sotto l’impero latino di Costantinopoli. Divenne poi moschea ottomana nel 1453 fino al 1931 anno in cui fu sconsacrata e divenne un museo. Insomma, cè più storia religiosa qui dentro che in un libro intero… Meravigliosa ancor di più al suo interno…

Proprio di fronte a Santa Sophia si compie un’altra magia. E’ venerdi ed essendo il giorno santo islamico più di 4000 fedeli stanno pregando all’interno della grande Moschea Blu. Camminando all’interno di essa si resta incantati dal fascino di quello che fu l’Impero Ottomano. Una volta conquistata Costantinopoli, il sultano Maometto II volle costruire una moschea che potesse diventare il luogo di culto più importante dell’impero. Qui la misticità si percepisce in maniera forte, impregnata nelle cantilene delle migliaia di fedeli che pregano il loro Dio in questo venerdi di preghiera.

Con il mio zaino in spalla mi tuffo insieme ai miei compagni di viaggio dentro il mercato coperto più grande del mondo: il Grande Bazar ovvero il Kapali Carsi. La sua costruzione iniziò nel 1455 subito dopo la conquista ottomana di Costantinopoli ad opera del Sultano Maometto II per stimolare la prosperità economica della città. Al suo interno mi perdo negli odori delle spezie, nei colori dei tessuti e nella visione dei preziosi. Sembra una grande trappola per turisti ma in realtà è un grande contenitore di cultura araba. Dopo un paio d’ore perso tra le bancarelle dei mercanti a contrattare il prezzo migliore trovo il mio angolo di felicità. Un piccolo bar dove insieme a Tommaso e Giuseppe mi sono gustato un Tè turco fantastico!

Dopo aver visitato la parte importante della Istanbul ottomana, la mia sete di curiosità mi porta in un luogo dove di acqua ne è contenuta a litri. Anzi a dire il vero era contenuta fino a qualche centinaio di anni fa, quando la città si chiamava ancora Costantinopoli. L’imperatore romano Costantino fece costruire una cisterna sotterranea che alimentata dall’acquedotto di Valente forniva una riserva d’acqua per il palazzo imperiale. Scendo giù nell’affascinante sotterraneo dove i suoi 143 metri di lunghezza e 70 di larghezza mi attendono. Nonostante il buio non si può non notare le meravigliose 336 colonne alte 9 metri e distanziate l’una dall’altra 4,90 metri. La malta utilizzata nella costruzione è impermeabile. Un’opera di ingegneria pazzesca! Camminando sembra di essere finiti in una antica basilica sommersa e l’ambiente è talmente conservato bene da mantenere acqua sul fondo. Due grosse teste di medusa provenienti da un arco monumentale di Costantino fanno da base a due colonne. Splendide!

Basilica Cisterna (Yerebatan Sarnici)
Basilica Cisterna (Yerebatan Sarnici)

Il cibo e le bevande a Istanbul sono una vera e propria delizia come la carne di Kebab e il Tè ma la cosa che mi è piaciuta di più è il gusto di tabacco aromatizzato da fumare nel loro tradizionale narghilè. l’atmosfera da racconto “Le mille e una notte ” si diffuse rapidamente durante l’Impero Ottomano lungo le vie di tutta la città trasportata dal fumo del tabacco aromatizzato alla frutta. Il suo aroma giunse fino al Bosforo,dove oggi insieme ai miei compagni viaggiatori, mi immergo in una piccola crociera esplorativa galleggiando sopra un battello.

Fumando Narghilè
Fumando Narghilè

Il quarto giorno visito il quartiere di Galata. E’ una vera chicca medioevale. Qui spicca la sua torre che dall’alto dei suoi 67 metri domina la città. E’ una torre un pò italiana perchè venne costruita nel 1348 da Rosso Doria, primo governatore a Galata genovese. In seguito durante l’Impero Ottomano la sua parte superiore ed il suo tetto vennero modificati con numerose ristrutturazioni. Saliamo sulla sua cima dove dall’alto mi godo il magnifico panorama di Istanbul e del Bosforo.

Torre Galata
Torre Galata

L’ultimo colpo al mio cuore innamorato di storia, me lo danno le bellissime mura dell’antica Costantinopoli. La vecchia capitale dell’Impero Romano d’oriente è qui splendente davanti a me. Un’emozione forte mi pervade e un brivido freddo mi attraversa la schiena. Un altro mio sogno che si avvera. Ripenso ai migliaia di chilometri che separano Roma da Istanbul percependone fisicamente la vastità di quello che una volta era il grande Impero Romano.

Mura romane di Costantinopoli
Mura romane di Costantinopoli

Dopo quattro giorni saluto la “grande bellezza” d’oriente . Ora capisco perchè questa città sia stata tanto ambita quanto ritenuta meravigliosa. Ambita da tutti i popoli del passato per la sua posizione strategica con la sua “porta” verso l’oriente e meravigliosa per tutta la ricchezza storica che essa contiene. Nonostante abbia vagabondato per le vie come un matto per quattro giorni senza sosta, rimane ancora tanto da vedere e scoprire. Per un appassionato di storia come me, insieme alla nostra meravigliosa Roma, penso che Istanbul sia la città più bella ed interessante del mondo. Mi sono innamorato di te Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul!

Alessandro Cusinato

Diario di viaggio- Thailandia

Viaggio fatto nel febbraio del 2015.

Vi racconto quel che ho vissuto a Phuket, un’isola nel sud della Thailandia bagnata dall’oceano indiano e famosa per le sue spiagge bianche e coralline. Passo il primo giorno nella meravigliosa spiaggia fuori dal mio resort. L’ambiente è meraviglioso ma molto suggestivo… si è bellissimo ma… è una di quelle spiaggie colpite dallo Tsunami del 2006 e sdraiarsi al sole su questa sabbia mi fa rabbrividire. Cerco di non pensare troppo agli attimi terribili accaduti anni prima, ma la mia immaginazione e sensibilità non riescono a riportarmi con la mente al presente. Per diversi istanti rimango immobile nell’osservare l’orizzonte dell’oceano per poi tornare con la mente sulla spiaggia ripercorrendo col pensiero la pazza corsa di quelle dannate onde. Sono attimi di una stranissima emozione. Fortunatamente il tempo passa e dentro me sospiro pensando che fa tutto parte del passato. Pian piano mi rilasso e verso sera mi godo uno dei tramonti più belli della mia vita.

Il giorno successivo vado in escursione nella vicina cittadina di Patong. La città è molto caotica e povera. Per le strade si incontrano fiumi di turisti di tutte le nazionalità e tanti thailandesi pronti a sfruttare in ogni modo l’unica loro fonte di guadagno. La povertà qui è molto alta e i turisti sono per loro oro caduto dal cielo. Si contratta su tutto dalla vendita di una maglietta all’assaggio di insetti cotti! si! qui il mangiare non è affatto male, da piatti a base di riso,pesce o carne fino agli insetti… e se si viene qua non si può non provare i famosi massaggi thailandesi.


Nei giorni successivi faccio diverse escursioni in motoscafo nelle stupende isole intorno a Phuket. Esploro anche Phi Phi Island famosa per essere stata il set del film “THE BEACH” con Leonardo Di Caprio. Ma l’escursione mi delude, causa del troppo affollamento di turisti che invadono la piccola spiaggia paradisiaca… manco fosse il peggior ferragosto di Rimini! Insomma molto meglio avventurarsi in qualche altra caletta dispersa nell’oceano, molto meno famosa ma più silenziosa e selvaggia.


Navigando capita spesso di gettarsi in acqua per nuotare e fare dello snorkeling. Quello che si vede intorno è un meraviglioso spettacolo della natura. Scogliere a picco su un mare verde smeraldo e spiagge bianchissime ricche di sabbia finissima. Sopra le scogliere una fitta foresta verde abitata da simpatiche scimmiette che dall’alto dei rami ti osservano intente a difendere il loro territorio.

 

Torno in Italia con la consapevolezza di essere stato in un paese meraviglioso ma molto povero dove la più grande fonte di ricchezza è portata da noi turisti. E’ un vero paradiso in terra. Hanno mare, spiagge da sogno e una jungla affascinante da esplorare. Ma se ci si allontana dalle spiagge e ci si addentra all’interno delle città si prova un senso di tristezza osservando uomini e donne pronte a tutto pur di guadagnarsi da vivere. La sera le ragazze ti chiamano per intrattenerti all’interno di un pub o di un locale e se si è single è facile uscirne “fidanzati”. I thailandesi sono un popolo magnifico, capace di sorridere sempre. Ti contagiano fino a non farti smettere di essere felice per tutta la durata del viaggio. Dopo lo Tsunami del 2006 si sono rimboccati le maniche e con la forza di volontà hanno ricostruito tutto compreso le loro paure contenute nelle loro anime. Tornerò sicuramente in Thailandia per visitarne il nord, per scoprire la sua splendida natura e il suo popolo che non si è mai arreso e mai lo farà usando come arma il proprio sorriso.