AUSTRALIA- Roadtrip- Broome and Darwin- day 14-19

Proseguiamo il nostro viaggio salendo sempre più a nord seguendo la Highway 1 in direzione Broome. Sterminati chilometri di deserto ci accompagnano.  Dopo tre giorni di viaggio senza acqua e servizi igenici finalmente troviamo un camping e qundi una doccia. Wow! Per me, Giorgia, Marco e Nicolas è quasi un sogno. Finalmente ci laviamo con acqua e sapone! Qui conosco una famiglia che sta girando in bici l’Australia. Rimango molto affascinato dalla loro impresa.

Ripartiamo e finalmente entriamo nel Kimberly! Da qui in poi saremo nel regno dei coccodrilli marini chiamati Salty… ogni specchio d’acqua d’ora in poi può risultare pericoloso, per cui occhi aperti! Il paesaggio cambia ancora. Appaiono i primi Baobab. Bellissimi e impetuosi che allargano le loro “braccia” sulla pianura desertica australiana. Il rosso sparisce e appare un leggero giallo. E’ il colore della terra arida e delle piante assetate e rinsecchite di questo luogo magico della nostra terra.

Baobab
Baobab

Il viaggio è lungo e il caldo è tanto ma ormai ne siamo abituati. Ci fermiamo a dormire in un’area di sosta per campeggiatori dove un cartello con una scritta rossa cattura la nostra attenzione: ” DANGER! WILD DOG POISON BAITS: ARE LAID ON PASTORAL STATIONS ACROSS THE KIMBERLY- SECURE LIVESTOCK E DOMESTIC ANIMALS”.  Insomma ci avvisano che ci sono esche avvelenate per i dingo (cani selvatici). Il nostro pensiero va immediatamente al nostro Choko. Bisogna stare attenti che il nostro compagno di viaggio non ingoi nessuna di quelle esche. L’indomani arriviamo a Broome  ma solo dopo essere stati fermati da un posto di blocco della polizia australiana. Tutto bene e ripartiamo. La mattina visitiamo un luogo che affaccia su una spiaggia incredibile: Il Minyrr Park. Per gli Yamura, i primi nativi del Western Australia, questa spiaggia che appare come un canyon di scogli rossi sull’oceano, è terra sacra. Resto meravigliato dai colori di questo luogo per me unico al mondo. Il contrasto tra il blu del cielo, l’azzurro dell’oceano e il rosso degli scogli colora e rallegra l’anima sprigionando una coltre percepibile di energia. Probabilmente gli Yamura la sapevano davvero lunga…

La sera ci rechiamo nella spiaggia di Cable Beach. Un luogo importante perchè qui migliaia di uccelli migratori si fermano durante lo spostamento tra il continente australiano e quello asiatico. Ma noi non siamo qui per assistere a questo fenomeno della natura ( peccato!) ma per un altro valido motivo. Assisteremo a uno dei tramonti più belli al mondo… almeno cosi ci dicono… In totale relax mi sdraio sulla sabbia e mentre ammazzo il tempo  leggendo un libro attendo che il sole si addormenti dentro l’oceano. Verso le 18,00 inizia lo spettacolo… Il sole assume il colore rosso della terra e lentamente si tuffa in mare colorando il cielo di un blu spaziale. Tutt’intorno un alone più chiaro riflette sulla superficie dell’acqua creando uno specchio di luci rossicce che si asciuga sulla sabbia della spiaggia.

Lasciamo Broome con gli occhi ancora intrisi dal meraviglioso tramonto e ci rimettiamo in viaggio sulle nostre jeep in direzione Darwin. Sarà una tappa dura perchè lunga 1870 chilometri da trascorrere interamente nel deserto dell’Outback. Facciamo scorte d’acqua e di cibo e ci prepariamo a vivere un altro viaggio nel viaggio. Che emozione! vagheremo per tre giorni pieni nel deserto per poi ritornare alla civiltà, conosciuta con il nome di “Darwin”. Dopo tanto deserto, lungo la strada incontriamo le prime paludi d’acqua dolce abitate dai coccodrilli. La sera ci accampiamo lungo la strada in mezzo alla natura più selvaggia. Decine di specie di uccelli cantano nel bush, mentre un tramonto magico scende illuminando la sagoma impetuosa di un Baobab che da buon padre protegge la terra rossa dell’Outback. Ci addormentiamo in tenda davanti a un fuoco. Buonanotte cara Australia…

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Dopo quasi 5000 chilometri “on the road” usciamo dal Western ed entriamo nel Northen Territory. Mi porto dietro emozioni sporche di terra rossa del deserto, canyon, spiagge incontaminate e nottate in tenda sotto un cielo stellato come non avevo mai visto prima. E ora avanti! la strada procede verso l’ancor più selvaggio nord australiano… Ancora un giorno di viaggio e finalmente arriviamo a Darwin! la città australiana per eccellenza con i suoi fiumi e il mare pieno di “Croks” (coccodrilli) e casette di legno abitate da aborigeni.  ( Cosi la immaginavo) Ma anzichè case di legno noto con mio grande dispiacere che il cemento ne fa da padrona con i suoi palazzi degni di una piccola metropoli. Già, questo perchè la città è stata ricostruita dopo l’uragano che l’aveva distrutta. Di aborigeni poi ne è piena, peccato che siano in gran parte ubriachi… insomma nessuna tribù nomade che segue di notte la luna e le stelle ma tanti aborigeni civilizzati nullafacenti che vagano per la strada. La storia ci ricorda che Darwin è stata una delle poche città bombardate dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale.

Passeggiando sul lungo oceano decine di cartelli avvisano di non fare il bagno a causa della presenza di coccodrilli marini. Questo rende Darwin molto affascinante. Cmq noi un sassolino dalla scarpa ce lo vogliamo togliere e spostandoci una decina di chilometri più in là dal tratto di spiaggia segnalato come pericoloso perchè abitato dai coccodrilli, decidiamo di entrare a piedi nudi nell’acqua dell’oceano stando comunque sempre attenti ai Croks… Questo ci dona parecchia adrenalina tanto che ci immergiamo nell’acqua bassissima ( 30 cm)  per qualche minuto sfidando gli stessi Croks!

In spiaggia coi coccodrilli !?!?!
In spiaggia coi coccodrilli !

Beh se ora sono qui a raccontarlo vuol dire che nessun coccodrillo ci ha visti e mangiato! per cui tutto bene!

Al prossimo racconto di tappa di questa meravigliosa terra australiana.

Alessandro Cusinato

AUSTRALIA- Roadtrip day 10- 14 Karijini National Park

Di buon mattino ci svegliamo e smontiamo velocemente la tenda. Salutiamo il Cape Range National Park per addentrarci nel deserto dell’Outback. La tappa è abbastanza lunga circa 680 chilometri da percorrere interamente con un clima arido e difficile. Partiamo!

Road Map
Road Map

Addentrarsi nell’Outback è qualcosa di emozionante. La strada si surriscalda, percepisco calore interiore. Sarà perché sto entrando nella casa degli aborigeni… il caldo è più assordante come il silenzio che lo riscalda. Il gusto è assetato di curiosità, il profumo ha un aroma più selvatico che mai e il tatto mi fa capire che sto afferrando la sabbia di un luogo magico. La vista è ipnotizzata dall’infinita strada rossa. Non ci credo ancora sono nell’Outback!

outback
Deserto dell’Outback

Proseguendo lungo la strada cartelli con scritto “ floodway” spiegano che durante la stagione delle piogge vi è possibiità di allagamenti. Anzi di sicuro ci sarà un allagamento e l’acqua potrá salire fino ad un all’altezza di due metri! Strano pensare che possa accadere tutto ciò in questa terra arida e desertica… ma il fascino di questo deserto è anche questo. Più avanti un altro cartello ci segnala che, in caso di urgenza, la strada si potrebbe trasformare in una pista d’atterraggio per aerei! Incredibile passare con la nostra jeep sopra una pista d’atterraggio! Molti falchi ci accompagnano volando sopra le nostre jeep sperando che qualche auto investa un canguro o un emu in modo da potersi cibare di un facile cadavere.  Trecento chilometri dopo, ci fermiamo per passare la notte in un’area di sosta dispersa nel deserto. Intorno a noi la terra al tramonto si colora di un rosso paprika… Decine di pappagalli sembrano attendere il nostro arrivo. Resto estasiato dalle tante varietà di volatili che abitano questa zona del deserto. Dalle piccole quaglie con in testa una piuma colorata che nascoste tra i cespugli del bush beccano la terra in cerca di cibo, ai piccoli uccelini esotici che in volo cinguettano strani canti. Si avvicinano a noi e non sembrano aver paura dell’uomo. Che bello essere a contatto con animali selvatici, e qui in Australia è normalità…

TOM PRICE

Giungiamo in una città che sorge nel bel mezzo del deserto. Con le sue case e la sua gente rompe il silenzio rumoroso dell’Outback. È una cittadina nata negli anni settanta e deve il suo nome a Thomas Moore Price, il vicepresidente della compagnia mineraria statunitense Kaiser Steel.

 

 

 

 

Insomma una città di minatori che hanno fondato una bellissima comunità composta da loro e da aborigeni civilizzati. Ahimè però qui gli aborigeni sono ancora molto “selvaggi”… infatti è molto facile incontrarli in atteggiamenti non molto sobri. Ma la cosa più spettacolare qui è la vista delle ruspe giganti! Enormi ruspe alte fino a dieci metri e lunghe altrettanto che dominano le strade e le miniere di carbone.

 

KARIJINI NATIONAL PARK

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Lungo la strada si ammirano spettacolari termitai giganti. Il paesaggio è sempre più arido e secco e il caldo sempre più insopportabile. Sul sentiero per il Karijini mucche selvatiche ci attraversano di continuo la strada e bisogna tenere sempre gli occhi aperti per non impattare contro il loro muro. Il paesaggio cambia ancora utilizzando i più bei effetti che madre natura porta in dote. Sagome di colline rosse ricoperte da cactus appaiono su tutti i fronti. Uno spettacolo fantastico. Il rosso e il verde ora oltre a dominare il basso delle praterie, domina anche l’alto tra i colli e il cielo. Qui i canyon costituiscono gran parte del territorio e co le nostre jeep saliamo sempre più in alto seguendo il sentiero. Giungiamo al primo lookout. Il panorama che si presenta è da far perdere il fiato! Ma non ci basta guardarlo… siamo venuti fin qui per addentrarci nelle sue insenature più affascinanti. Iniziamo la discesa a picco verso l’acqua verde del torrente che ci attende in fondo alla gola.

 

 

 

 

Il rosso della formazione rocciosa ci accompagna lungo un percorso ripido che si conclude con una fredda cascata d’acqua verdissima. Non credo ai miei occhi! Che meraviglia! Camminiamo lungo i sentieri selvaggi del canyon visitando altre cascate. Noto che da qualche cascata scende poca acqua, a causa della secca stagione invernale australiana. La massima portata d’acqua la si vedrà cadere durante le due settimane della stagione delle piogge.

 

 

 

 

Salutiamo le gole più profonde e proseguiamo a bordo delle nostre jeep cavalcando una strada sterrata di terra rossa come il fuoco. Dietro di noi il polverone rosso sollevato dal passaggio delle jeep invade il fittissimo bush accecando qualche animale nascosto. Un grosso canguro rosso ci attraversa la strada! Bellissimo! Proseguiamo gustandoci la vera Australia selvaggia in questo tratto che ricorda molto l’Africa nera… Un centinaio di chilometri dopo ci fermiamo in un visitor center gestito da aborigeni civilizzati. All’interno un piccolo museo ci mostra foto di una vera tribù aborigena che vive nella zona del Karinjini allo stato selvaggio e intoccata da secoli.. Wow! Mi piacerebbe da matti incontrarli… Nell’attesa chiudo gli occhi respirando profondamente il profumo del deserto. Lì riapro sorridendo ancora incredulo di essere qui, in un luogo magico dove fin dall’antichitá sono vissute tribù nate nell’era del sogno e che oggi con i loro canti ci tramandano i veri valori della natura e della vita.

Alessandro Cusinato

 

AUSTRALIA -Roadtrip day 7-10 Exmouth and Cape Range national park

Percorriamo la Indian Ocean Road in direzione nord. Ci fermiamo a fare rifornimento di carburante e un po’ di spesa a Carnarbon, ci manca la frutta e la verdura. La tappa di oggi sarà lunga circa trecento chilometri e ci porterà fino alle spiaggie incontaminate di Coral Bay e Shark Bay.

Road Map
Road Map

La strada è la solita meraviglia: terriccio rosso mescolato all’immenso verde del bush che mi rapisce ipnotizzandomi quando guardo fuori dal finestrino. Percorsi i primi cento chilometri la strada si fa più arida e il caldo molto più intenso…qui la strada sembra essere ancor più infinita… Forse è l’effetto del gran caldo che agisce sulla mia vista creando una sorta di miraggio ma la realtà mi mostra un aumentare della grande distesa desertica di questa savana australiana. E’ una sensazione unica che si percepisce ammirando e attraversando questa incredibile natura. Ma proprio quando la fase di ipnosi del bush sembra completato ecco apparire il cartello ” TROPIC OF CAPRICORN”.

 

<<Wow!>> Siamo arrivati nel punto dove il sole culmina allo Zenit un giorno all’anno (nel soltsizo di dicembre). Un punto mitico dove fare la foto di rito è un obbligo! Ripartiamo e lungo la strada ammiriamo spettacolari termitai giganti. Opere architettoniche di fango create da laboriose termiti in decine di anni, che al loro interno, vivono al riparo dalle altissime temperature dell’Outback.

 

Poco prima di giungere a Exmouth ci fermiamo a Coral Bay, una delle barriere coralline più incontaminate del mondo.  A Exmouth ci fermiamo per tre giorni. Cè il Cape Range national park da visitare con le sue spiagge e il suo entroterra selvaggio. Il primo giorno ci rechiamo sulla spiaggia di Sandy Bay.  Sandy, la sabbia che abita questa immensa spiaggia oceanica, si lascia calpestare dai miei passi. Piccoli granchi cascano nelle mie impronte tentando di tuffarsi nell’acqua. Uccelli grigi migratori dal becco arancione gli danno la caccia la dove l’acqua accarezza la spiaggia. La prateria australiana di Sandy ospita tanta vita selvaggia, richiamata dal suo caro vicino bush e dal suo grande amico Oceano Indiano.

 

Il giorno seguente mia sorella, Marco e Nicolas vanno in escursione oltre la barriera corallina nella spiaggia di Ningaloo per nuotare insieme allo squalo balena.

 

Io purtroppo non posso andarci a causa di un infiammazione al ginocchio che non mi consente di nuotare. Così decido di passare una giornata in solitaria guidando la mia jeep per una ottantina di chilometri all’interno del Cape Range. Giungo in un luogo magico chiamato “Mandu Mandu Gorge”. Qui le pareti rosse di un canyon proteggono il letto di un fiume ora prosciugato. Dico ora perché il suo letto si riempie solo durante la stagione delle piogge. Con il mio zaino sulle spalle mi addentro seguendo un sentiero di sassi che si dirama tra la terra rossa e i residui di roccia bianca del fiume asciutto. Il caldo mi batte forte sulle tempie e sopra di me un cielo azzurro mi purifica la vista cercando di avvistare qualche piccolo wallaby nascosto tra le rocce.

 

Cammino e mentre guardo in alto devo tenere sempre l’attenzione giù in basso sotto le siepi basse e in mezzo ai sassi. Non si sa mai di inceppare nel territorio di qualche ” Western brown snake” serpente velenoso pericolosissimo o qualche “Redback”, dei ragni dal veleno mortale, talmente piccoli da nascondersi in ogni fessura della natura australiana. In caso di puntura si hanno solo sei ore di tempo per iniettarsi un antidoto capace di salvare la propria vita. Detto questo cammino lo stesso con addosso molta adrenalina e molta curiosità. e …un po’ mi eccita questa sensazione di “pericolo”!… Proseguo esplorando il fondo del Canyon giungendo in un avvallamento dimenticato da ogni segno di civiltà. Qui cè solo la natura. Respiro l’aria calda e butto fuori pensieri freschi di libertà. Amo questa terra, la sua pace silenziosa e la sua atmosfera infinita che entrandomi dentro mi porta fino dove i miei occhi possono vedere, ovvero fino all’orizzonte lontano e irraggiungibile.

AUSTRALIA- Roadtrip day 5-7 Kalbarri National Park

La mattina presto, passeggiando per il camping, vedo i miei primi due canguri! Emozione! Smontiamo la tenda caricando come al solito tutto sulle jeep e ripartiamo seguendo la Indian Ocean Drive in direzione nord verso il Kalbarri national park.

Road map
Road map

Lasciamo Choco a una dogsitter che vive li in un piccolo paesino, sempre per lo stesso motivo: i cani non possono entrare nelle aree protette dei parchi nazionali. Finalmente riusciamo a capirne il motivo: lungo i confini dei parchi nazionali sono stati messi dei bocconcini “avvelenati” che servono a tenere lontano i Dingo, cani selvatici che abitano il deserto e le coste australiane. Cani selvaggi pericolosi solo se in branco ma non per l’uomo che già dall’antichità li riteneva amici, come facevano le popolazioni aborigene che li usavano come cani da caccia. Essendo carnivoro tra le sue prede ci sono i canguri, il bestiame, il wombat e altri piccoli animali e come i lupi tendono a formare dei branchi e a ululare per comunicare tra loro. Dai confini del parco ci addentriamo verso l’entroterra per una trentina di chilometri lungo una strada immersa tra il bush e la terra rossa. Il sentiero comincia a sollevarsi e senza accorgerci ci troviamo sopra un altopiano. Qui ammiriamo una vallata spettacolare dipinta dal rosso porpora delle rocce. Freniamo le jeep fermandoci ad osservare il canyon che si propone davanti ai nostri increduli occhi << Wow!>> esclamo senza pensare ad altro. Parcheggiamo le jeep e ci incamminiamo lungo un sentiero incontaminato tra la natura e il cielo. Camminando tra saliscendi di terra rossa, cespugli verdi e rocce a picco si giunge alla spettacolare “finestra”.  Per l’appunto, una finestra naturale con vista sul Murchison river che scorre nella gola sottostante. Meraviglioso!

 

Il trekking procede per i sentieri del canyon.. <<Ma quanto è bella questa terra!>> continuo a pensare… Il sole è ben alto in cielo e scalda talmente tanto da ustionare. Meglio proteggersi con della crema. Proseguiamo il viaggio on the road salendo sempre più verso nord. Più si sale, più i chilometri passano e più la temperatura aumenta…fa sempre più caldo… Entriamo in una zona molto selvaggia dove per centinaia di chilometri domina il bush e il nulla assoluto. Ci attraversano la strada due esemplari di Emù! altra forte emozione. Gli Emù, simili agli struzzi, sono dei grossi uccelli corridori che non avendo le ali si muovono veloci per tutta la pianura dell’Outback.  Poco prima che cali il buio ci fermiamo e per dormire montiamo la tenda nel bush.

Siamo soli noi e la natura. I colori di questo tratto di terra sono unici. Terra rossa come il fuoco dove il verde dei cespugli del bush crea un gioco di luce che sembra fatto coi pastelli. Alberi bassi fanno ombra a un tramonto dipinto di savana. Mi fermo a osservare il rosso del sole che scende dietro l’orizzonte sporcando i miei pensieri di terra rossa selvaggia che attaccata alle mie scarpe impolvera perfino la mia testa. Accendiamo un fuoco, contempliamo le stelle e l’Australia.

Tramonto nell'Outback
Tramonto nell’Outback

Dopo una notte freddissima a causa dell’escursione termica, suona la sveglia alle 7,00 in punto! Ma siamo motivati perchè la meta di oggi sarà il caldo dell’oceano indiano e le sue spiagge. Finalmente le vedrò! La prima tappa ci porta sulla spiaggia incontaminata di Shell Bay dall’inglese shell “conchiglia” famosa perchè invece che sabbia è composta da miliardi di piccoli gusci di conchiglie che ne regalano un colore bianchissimo e puro. L’acqua è limpidissima come quella di una piscina trasparente dentro un giardino tropicale. Ahimè però qui è inverno e l’acqua è ghiacciata! quindi niente bagno… dovrò aspettare di salire più a nord per incontrare temperature più alte e quindi acqua più calda.

Lasciamo a malincuore Shell Bay per spostarci qualche chilometro più in là verso la spiaggia di Eagle Bluff. Qui i colori dell’oceano sono ancora più belli. Il verde smeraldo è la grande novità che dipinge il fondale oceanico pennellandolo fino in superficie.

Spettacolo puro e non devo neanche pagare il biglietto! la natura offre sempre tutto gratis… mi siedo sulla sabbia respiro l’aria oceanica carica di salsedine con un vento fresco che mi sfiora forte la pelle e i pensieri. Mi sdraio osservando il cielo. Non cè una nuvola, ma solo l’azzurro di un cielo non inquinato e pieno di energia. Respiro a voce bassa per non disturbare, assorbendo tutta l’ispirazione possibile che questi luoghi mi stanno donando. Sono pieno di passione e la scarico scrivendo appunti sul mio taccuino, quelli che poi diverranno i miei diari di viaggio.

AUSTRALIA Roadtrip- day 3 -5 Nambung National Park

E’ mattino e dopo aver smontato la tenda, risaliamo sulle jeep per recarci in direzione della prima vera tappa del tour: Il Pinnacle desert. Si tratta di uno spettacolare deserto di pinnacoli calcarei.

Road map
Road map

Il tempo non è dei migliori, la pioggia che ci ha accompagnato da Perth nelle prime ore del viaggio ci ha seguito fino a qui. Siamo all’interno del Nambung National park un’area protetta dell’Australia occidentale che si estende per 190 chilometri quadrati. Vicino vi è la località costiera di Cervantes. Di buon mattino pronti ad addentrarci dentro i confini del parco veniamo bloccati da un cartello stradale che frena le nostre jeep: “In tutti i parchi nazionali del Western Australia è vietato l’ingresso ai cani.. pena multe salatissime.” La notizia turba i nostri piani perchè Choco, il nostro cane viaggiatore, deve restare fuori. Ma il tempo stringe e per non pesare sul tabellino di marcia Giorgia e Marco decidono di aspettare fuori dai confini del parco lungo la Indian ocean road insieme a Choco mentre io e Nicolas ci addentriamo nel deserto dei pinnacoli. L’atmosfera è unica e più strana che mai. Un sentiero di sabbia gialla come il sole si addentra in un paesaggio lunare composto da migliaia di pinnacoli calcarei antichissimi nati dalla deposizione di strutture calcaree di organismi viventi su quello che una volta era un  fondale marino. Dopo l’emersione dei fondali i processi erosivi hanno fratturato le rocce calcaree creando queste incredibili opere d’arte naturali. La cosa più incredibile qui, è che ora sono in un deserto ma sta piovendo! Questo mi da l’impressione di essere finito su un altro pianeta!

Dopo aver visitato il deserto torno con Nicolas nel punto dove avevamo lasciato Giorgia e Marco con Choco. La pioggia sembra cessare e di nuovo tutti insieme ci immettiamo  sulla Indian Ocean Road in direzione nord fino a giungere in un’area “camping free” affacciata sul lake Indoon, un lago freddo e colmo d’acqua salata! Il posto ci piace e decidiamo di passarci  la notte. Montiamo la tenda circondati da altri viaggiatori che come noi stanno compiendo il Roadtrip, chi da sud verso nord come noi o chi viceversa.. Ci sono viaggiatori in camper, altri in Van, e chi come noi in tenda. Prima di addormentarmi mi fermo a contemplare le stelle. le nuvole della sera prima sembrano non esserci più e lo spettacolare cielo notturno mi fa da faro accecando i miei pensieri da viaggiatore.

la mattina dopo la sveglia suona alle 7,30. La nottata è stata un po’ tormentata a causa del freddo e dall’alta umidità che ha invaso la nostra tenda fino a rabbrividirci nel sacco a pelo. Saluto il lake Indoon passeggiando con Choco. Ci rimettiamo a bordo delle due jeep in direzione Kalbarri , un parco nazionale famoso per i suoi Canyon. Nel frattempo mi gusto la strada che scorre lenta e selvaggia fuori da finestrino. Per un tratto scompare il bush e appaiono larghe distese di praterie di erba verde e fiori gialli. Uno spettacolo per gli occhi. Vedo i primi Road Train dominare l’intera strada e l’intera Australia. Sono degli enormi tir con attaccati fino a quattro rimorchi colmi di carbone, legna, sabbia o animali. Questo perchè in gran parte dell’Australia le ferrovie non sono state costruite e dove non arrivano i treni ci arrivano i Road Train. Quando passano loro la strada vibra e ci vuole poco a capire chi comanda qui! sono autentici bestioni feroci che partendo dalle coste oceaniche si addentrano nel maestoso Outback. Ci fermiamo per pranzare e fare benzina e ripartiamo costeggiando praterie immense che sembrano infinite, accompagnati da un sole che per la prima volta in questo tour finalmente picchia forte! i suoi raggi rimbalzano sull’erba e sui bassi alberelli riflettendo colori di savana, fino a immergersi nel colore rosa del Pink lake! Il paesaggio cambia colore così velocemente che sembra di essere protagonisti di un cartone animato. La strada costeggia perfettamente il lago e più ci si avvicinava e più si è rapiti dall’incredibile colore rosa dell’acqua.  Questo fenomeno è possibile grazie ad un’alga che colora naturalmente questo immenso specchio d’acqua… Giungiamo al lookout e posteggiamo le jeep. Il colpo d’occhio è fantastico!

la scogliera scende giù a picco per una cinquantina di metri arrampicata da bassi cespugli rigogliosi. La cornice la fa una piccola spiaggia di terra rossa e il contesto è dipinto dal colore rosa dell’acqua. Si resta incantati ad ammirare un luogo così bello tanto che sembra quasi innaturale, come se fosse stato l’uomo stesso con un pennello a dipingere tutto lo specchio d’acqua cercando di far innamorare la natura che le sta attorno. Ma qui non c’è nulla di innaturale …ma è la natura che come al solito fa innamorare l’uomo di se stessa… e non il contrario.

Alessandro Cusinato

AUSTRALIA Roadtrip day 1-2 – From Perth to Nambung national park

Sono pronto ad affrontare il mio viaggio “on the road” che da Perth mi condurrá fino a Cairns percorrendo mezzo territorio australiano. Un viaggio lungo un mese che mi porterá ad attraversare tre stati: Il Western Australia e le sue coste selvagge, il Northen Territory con i suoi coccodrilli, e il verde Queensland. Dormirò in tenda vagabondando nel bel mezzo del mitico deserto dell’Outback. Uno dei roadtrip più selvaggi al mondo lungo più di diecimila chilometri!

Il Percorso
Il Percorso

CI SONO!

Dal finestrino dell’aereo finalmente intravedo la terra e le luci accese della cittá. Dopo ore ed ore sto per atterrare a Perth in Australia! L’emozione inizia a salire facendomi dimenticare la stanchezza derivata dal lungo viaggio di 25 ore in aereo ( tra scali vari) dalla ormai lontanissima Milano . Atterro intorno a mezzanotte e come nei docufilm di dmax affronto il mio “airport security”. Davanti a me tutto è uguale a quello che si vede in tv. Poliziotti enormi quasi disumani attendono i passeggeri pronti a sbarcare nella terra dei canguri. Passo i controlli con tempi lunghissimi… All’esterno dell’aereoporto mi attende una sorpresa graditissima: mia sorella Giorgia insieme a Marco il suo ragazzo. Loro vivono qui, e venirli a trovare è il  motivo principale della mia visita in questo lontano continente, insieme all’attravrersata dell’Outback. Prima di abbracciarli, Giorgia mi apre un telo con scritto “Welcome in Australia Ale “ . wow! Rivederla dopo cinque mesi è un’emozione enorme… pari e forse superiore a quella di toccare per la prima volta il suolo australiano.

Welcome!
Welcome!

Dopo un sonno rigeneratore, di buon mattino usciamo per fare un giro esplorativo della città. Fa freddo! Qui è pieno inverno e soffia un vento fresco e fastidioso. Ogni tanto cade qualche goccia di pioggia. Con mia sorella e Marco cè anche Nicolas, un ragazzo veneto che farà il Roadtrip insieme a noi. Simpaticissimo e alla mano. Saremo un bel team esplorativo! E poi cè lui.. il cane Cioko! Un cucciolo di 3 mesi che mia sorella ha deciso di adottare dopo aver concluso il lavoro in una farm del posto. Si perché Giorgia, Marco e Nicolas vivono qui in Australia e lavorano un po’ dove capita tra una farm e l’altra.

PERTH

Perth è la capitale del Western Australia. In passato questo territorio era occupato dalla tribù aborigena degli Nyoongar di cui si hanno tracce risalienti fino a 40000 anni fa. La città è molto accogliente, si affaccia silenziosamente sulla laguna dell’oceano indiano riflettendo nell’acqua l’ombra dei suoi nuovi grattacieli. Pochi per fortuna! Più che altro palazzoni. Da amante della natura chiedo di essere accompagnato in qualche quartiere con poco cemento.

Giungiamo al giardino botanico, dove oltre ad ammirare centinaia di specie di piante australiane, cè un grande lookout dove posso osservare tutta Perth nel suo splendore dall’alto di una collina. Ricomincia a piovere e non smetterà più fino a sera. Mi proteggo con il cappuccio del mio giubbotto. Qui la gente mi sembra un po’ strana. Quando la incroci per strada ti saluta con un << Hy, how are you? >> e poi se ne va!  << Le prime volte sorpreso da questo loro modo di fare gli rispondevo con << i’m fine and you?>> ma come nulla fosse se ne andavano lasciandomi li di sasso, e ci restavo anche male! Poi una volta capito il loro modo di salutare mi divertivo a chiedere come stavano per poi proseguire per la mia strada. Non ci resto molto tempo a Perth. Il tempo è prezioso e decidiamo di partire subito per il nostro Roadtrip. Disponiamo di due jeep stracariche di bagagli di ogni genere, e stracariche come il nostro entusiasmo! I nostri zaini posti nel bagagliaio proteggono come un muro compatte ceste piene zeppe di cibo, taniche d’acqua, articoli da campeggio e una grande tenda, chiusa in una sacca pesante. Tutto l’occorrente per affrontare un viaggio tosto e privo di comfort, come sarà il nostro.

Partiamo! Uscendo da Perth ci si tuffa subito in Indian Ocean Drive, una strada asfaltata contornata dalla terra rossa desertica e il verde della natura del bush. Un tiepido sole ci bagna ma più di tutte lo fa la pioggia che scende a scrosci forti e improvvisi. Nuvole scure ci accompagnano per tutto il tragitto fino a Banska reserve. Percorriamo i primi duecento chilometri in direzione nord, che sono bastati a farmi innamorare di questa terra. La lunga strada taglia in due la meravigliosa boscaglia australiana chiamata bush. Chilometri infiniti e incontaminati di piante basse che danno vita ad una foresta infinita capace di far invidia alla savana africana. Qui la cosa incredibile, è che appena si esce dalla città immediatamente inizia il nulla! Lo si nota dall’infinità proiettata fuori dal finestrino del fuoristrada su cui seggo, che mi sta trasportando verso l’orizzonte quasi inarrivabile. Più si prosegue e più la strada sembra uguale a quella che si è passata decine di chilometri prima, per proseguire sempre uguale anche centinaia di chilometri dopo.

La sera giunge in fretta, e già alle 18,30 cala il buio. Ci fermiamo per accamparci montando la tenda in un posto desolato disperso tra la strada e il bush. Ci prepariamo a passare la prima notte soli in mezzo al nulla. Le nubi coprono la luce delle stelle tanto da far apparire ancora più scuro del solito il buio, e il solo guardare all’esterno della tenda mi mette soggezione. Versi di animali provenienti dall’oscurità mi tengono attento per gran parte della notte e il profumo di un mondo lontano da tutto e tutti mi dona quel fascino indescrivibile capace di far capire a pieno cosa voglia significare la parola libertà!