kakadu National Park

AUSTRALIA- Road trip- Kakadu National Park- day 20- 22

Lasciamo Darwin per spostarci in uno dei luoghi più selvaggi del Northen Territory australiano nonché patrimonio dell’Unescu: Il Kakadu National Park.

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Ci attendono paludi, fiumi e scarpate di roccie arenarie. Coccodrilli, dingo, pipistrelli, tartarughe e centinaia di specie di uccelli vivono in un habitat composto da più di duemila tipi di piante. E’ una delle mete più ambite del nostro road trip e non vediamo l’ora di arrivarci! Dopo il solito lungo viaggio in jeep nell’Outback, stavolta lungo “solo” 250 chilometri, giungiamo ai confini del parco nazionale. Qui dobbiamo salutare Choko e affidarlo per qualche giorno a un dog sitter. Per lui come per tutti i cani ne è vietato l’ingresso e con una grande carezza lo salutiamo. Torneremo a prenderlo una volta finito il tour del Kakadu, più o meno tra tre giorni.

Dopo un facile ma affascinante trekking tra bush, boschi e alte rocce giungiamo in un luogo magico.  Visitiamo delle antichissime incisioni rupestri aborigene di epoca preistorica. I muri rocciosi del sito di Ubirr mi lasciano con la bocca spalancata dall’emozione. Antichissimi disegni risalenti a 20.000 anni fa, ricoprono ogni angolo di roccia. Molti aborigeni di oggi credono che queste pitture rupestri siano state realizzate dagli spiriti Mimi, per illustrare agli uomini le leggende della creazione e lo sviluppo della legge aborigena.


La sera ci accampiamo insieme ad altri viaggiatori vicino alla riva di un fiume molto inquietante perchè abitato da coccodrilli. Il consiglio di una guardia forestale è quello di dormire in una tenda sospesa da terra in modo da non essere “visitati” nella notte dai feroci rettili che potrebbero allontanarsi dal fiume per cacciare. Ma non disponiamo di quel tipo di tenda e la guardia ci tranquillizza suggerendoci di accamparci qualche decina di metri più in là, distanti dalla riva del fiume e più addentrati nella foresta. Montiamo la tenda accendiamo un fuoco e ci godiamo il silenzio delle prime luci della notte. Ma il momento più meraviglioso giunge una volta il spento il fuoco… Per fortuna la notte non è fredda come le precedenti nel deserto e decidiamo di dormire senza il telo protettivo. E’ bellissimo! Sdraiato nel sacco a pelo guardando in alto posso vedere le stelle, la via lattea e le costellazioni sparse nell’universo. Mi addormento cullato da un’atmosfera suggestiva che alleggerisce i miei pensieri. Ma in piena notte mi risveglio, disturbato da un concerto di suoni mai sentito. Forti versi somiglianti a gatti arrabbiati fuoriescono dalle bocche di grossi pipistrelli. Forti ululati di dingo riecheggiano nella jungla australiana. Migliaia di insetti cantano e uccelli notturni gridano come fossero in una piazza affollata nel pieno giorno. Sento dei passi a pochi metri dalla tenda ma il buio è talmente fitto che non riesco a vedere nulla. Riesco a sentire anche il respiro dell’animale! ma niente il buio ostacola la mia vista. Poco più in là assisto ad un inseguimento in piena regola tra un predatore ed una preda… o più prede e più predatori… chissà! Purtoppo non riesco a vedere nulla ma solo a percepire ed immaginare quello che sta succedendo a pochi metri da me. Sono talmente eccitato che non riesco più a chiudere occhio. Passo la notte in bianco sperando di vedere qualcosa, una sagoma o una presenza. Ma non riesco a vedere nulla… ma sono al settimo cielo! Marco, Giorgia e Nicolas dormono come ricci e non sanno la meraviglia che si stanno perdendo. Resto sdraiato a pancia in giù e sorridendo mi guardo intorno felice. Penso: Passano le ore e sono felice. Non voglio riaddormentarmi perché so che ad uno spettacolo del genere non assisterò mai più. La natura della jungla australiana mi sta regalando una notte indimenticabile. Giunge l’alba con i suoi primi raggi di sole e i primi cinguettii dei pappagalli. Svaniscono gli ululati e i versi tenebrosi dei pipistrelli. Spariscono i rumori degli inseguimenti tra prede e predatori ma resta dentro di me l’emozione di una notte magica passata a sognare ad occhi aperti la vita notturna della foresta del selvaggio Kakadu. La ricorderò come una delle notti più belle di tutta la mia vita.

Navigando tra i Billabong
Navigando tra i Billabong

La mattina dopo aver smontato la tenda ci incamminiamo verso il fiume e le sue paludi. Nella jungla di palme e bush, sorgono billabong di acqua torbida. Paludi inquietanti che solo a guardarle mettono soggezione. Dopo una notte meravigliosamente insonne tra versi selvaggi e stelle, il sole riflette i suoi raggi sull’acqua, mostrando la sagoma scura di chi inquieta e riempe di fascino il nord australiano. Sopra una barca navighiamo per le paludi ammirando incantati e rispettosi il vero re di queste terre. Sua maestà il coccodrillo.

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Ne vediamo a dozzine galleggiare e altrettanti riposare sornioni sulla riva del fiume tra i canneti. Intorno a loro centinaia di splendidi esemplari di uccelli marini che leggiadri si muovono tra le ninfee. La sera torniamo a prendere Choko il nostro cane viaggiatore. L’abbraccio con Giorgia e Marco è commovente! Salutiamo il Kakadu ringraziandolo per l’incontro con le tribù aborigene primitive, con sua maestà il coccodrillo ma sopratutto per la notte indimenticabile che mi ha fatto passare tra la sua natura più selvaggia. Kakadu Non ti dimenticherò mai.

Alessandro Cusinato

TRANSILVANIA- diario di viaggio

Ogni viaggio ha il suo motivo. Ogni luogo da esplorare ha il suo più curioso posto d’attrazione. Io e il mio zaino siamo venuti qui per camminare sulle montagne, nelle foreste e nelle cittadine medioevali giungendo fino al castello di Bran, famoso per la leggenda del conte Dracula.

BUCAREST – La capitale

Il mio viaggio parte da Bucarest storica capitale rumena. Atterro in tarda serata e prima di recarmi all’ostello, insieme al mio compagno di viaggio Tommaso, mi dirigo verso il quartiere di Lipstani. Cammino pregustando i primi istanti nella terra rumena. Mi guardo intorno incuriosito consapevole di visitare una città segnata dal suo recente passato comunista. E’ buio e alcune vie sono segnate dal degrado. Alti palazzoni grigi con le mura rovinate dai segni della povertà, fanno da contorno alla strada sottostante con roulotte e cavi della luce che penzolano dagli alti pali. Per strada poca gente. Ma appena giungo nel quartiere di Lipstani tutto cambia. Musica alta rimbomba per la stretta e lunghissima via della movida rumena dove decine di disco pub e ristoranti fanno da meta a centinaia di giovani e turisti. Rimango piacevolmente sorpreso dalla bellezza dei locali e all’organizzazione. Bevo per festeggiare l’inizio del mio viaggio, brindando alla visita della Transilvania! Tornerò qui a Bucarest tra qualche giorno per visitare, tra le altre cose, un palazzo del XV secolo chiamato Curtea Veche, dove regnò il principe Vlad III, soprannominato l’impalatore… ma questa storia ve la racconterò più avanti…

DA BUCAREST VERSO BRASOV

Di buon mattino con un bus, giungo in stazione centrale per salire sul treno che mi condurrà nella mistica regione del conte Dracula. Mi attende un viaggio verso la Transilvania lungo all’incirca 200 chilometri. Ne approfitto per scrivere, restando affascinato dalla natura di questa terra che si intravede scorrere dal finestrino.

Treno per Brasov
Il treno per Brasov

Lungo un antico sentiero medioevale che dalla Valacchia porta alla Transilvania, in località Sinaia, sorge il Castello di Peles. Costruito in stile neo rinascimentale tedesco, venne eretto come residenza del Re di Romania nel 1873. Alla stazione di Sinaia scendo, e con il mio zaino in spalla percorro in salita un’altura che dopo un chilometro mi porta davanti al maestoso castello. Il colpo d’occhio è fantastico. Il bianco del castello risalta il colore verde della montagna. Le sue forme lo rendono il più bello dei 103 castelli esistenti in tutta la Romania. All’interno la ricchezza non si spreca.

BRASOV

Riparto in treno da Sinaia in direzione Brasov. Osservo la foresta dal finestrino, alberi che si arrampicano sulle montagne, qualche tetto di casa a forma di cono e poi ancora foreste… non a caso Transilvania vuol dire “oltre la foresta”. A Brasov i miei occhi si inebriano di colori e bellezza. E’ una cittadina bellissima e molto accogliente. Camminando per le sue vie si è rapiti dalla visuale dei Carpazi che la circondano e dalle tante abitazioni colorate in stile barocco. Alzando lo sguardo verso il cielo poi, nuvole bianchissime riflettono la luce calda del sole illuminando l’aria limpidissima di montagna. Una vera e propria perla della Romania. In città pregusto i piatti tipici rumeni davvero squisiti e visito la chiesa nera in stile gotico. Ma questa è solo la porta principale della Transilvana… L’indomani di buona mattina, prenderò un bus che in mezz’ora circa mi porterà a Bran ai piedi del famoso castello di Dracula…

 

CASTELLO DI BRAN

Finalmente giungo a Bran, il paese del conte Dracula. Mi aspetto di trovare un’atmosfera lugubre e tetra con tanto di ululati, pipistrelli in volo e cielo tempestoso. Ma al mio arrivo rimango un pò deluso, ritrovandomi in un luogo si meraviglioso, ma “non pauroso”. Non so se sia stata una mia fortuna capitare qui in una splendida giornata di sole!… Già perchè il sole toglie quell’alone di mistero che dovrebbe invece accompagnare la visita di questo mistico castello… Ma qui lo scrittore Bram Stoker in una grigia giornata d’inverno, fu ispirato nel creare il personaggio di Dracula. Non c’è nessuna nuvola grigia in cielo, ma il fascino della Transilvania, delle sue fitte foreste e del potente Vlad III l’impalatore, rendono questo castello il più affascinante di tutti. Insomma… C’era una volta il conte Dracula…

In serata torno a Brasov, ma l’indomani faccio ritorno a Bucarest. Qui non può mancare il classico giro in bici per la città. Visito i monumenti principali tra cui il parlamento. Ma la vera attrattiva qui è la “Curtea Veche”. Mi blocco sofferandomi davanti alla residenza di Vlad III, il temuto impalatore di turchi. Le rovine dell’abitazione e la sua statua, riescono a trasmettermi quel fascino terrorizzante che dalla Transilvania giunge fino qui a Bucarest.

Curtea Veche
Curtea Veche

Concludo il viaggio portandomi dentro la bellezza di questa terra. I colori di Brasov, le fitte foreste che si arrampicano sui Carpazi e i suoi tanti castelli, dipingono una meravigliosa natura mischiata alla storia. Forse è proprio questa la formula perfetta che da origine alla sua misticità. Una formula magica che ha trasformato il temibile Vlad III, realmente esistito, famoso per la sua terribile fama di impalare le teste dei nemici turchi nelle foreste cupe di Valacchia e Transilvania, in una figura inventata ma altrettanto terrificante come il conte Dracula. Cosi facendo ha reso immortale la sua anima, che vive qui, come fosse parte integrante di questa terra. Qui lo si percepisce… Impossibile restare indifferenti alle foreste incontaminate e cupe che fanno ombra a misteriosi castelli. Li oscurano cosi tanto da far svolazzare intorno pipistrelli che anche se non si vedono appaiono nei nostri pensieri.

Alessandro Cusinato