BERLINO e il suo muro- Diario di viaggio

E’ forte la mia curiosità per la capitale tedesca. Curiosità derivata dalla sua grande storia. Una fama che l’ha resa protagonista durante la seconda guerra mondiale ma sopratutto dopo, con la costruzione del suo famoso muro. Ora zaino in spalla. Non vedo l’ora di esplorarla!

Giungo a Berlino ed immediatamente la sua grigia atmosfera tipica delle città del nord mi colpisce. Alloggio in zona centrale. il mattino faccio colazione allo Starbucks con del caffè “quasi” buono. Siamo nel mese di Aprile qui fa freschino, e qualche nuvola ricopre la città. Nonostante ciò io e i miei due compagni di viaggio Maria e Cristian, affittiamo delle bici e insieme pedaliamo percorrendo parte della città. Non cè niente di meglio nell’abbinare la fame di conoscenza ad una sana pedalata! saliamo in sella facendo tappa presso i più importanti monumenti storici. La porta di Brandeburgo, il palazzo del Reichstag, il monumento ai caduti ebrei. Qui però inizia a pervadere un senso di tristezza e malinconia che fa pensare alle vittime della guerra e alla maledetta dittatura che l’ha dominata.

 

 

Davanti al Kaiser-Wilhem-Gedachtniskirche ( vecchia chiesa rovinata dai bombardamenti della guerra) pranziamo con patate e carne. Ammirandola si nota il contrasto tra la rovine antiche e la parte moderna della città. Questa chiesa è una chiara testimonianza degli orrori della seconda guerra mondiale.

 

 

Costeggiamo il fiume Sprea, che ai tempi sostituiva il muro che delimitava il confine tra l’est e l’ovest e giungiamo nel luogo che mi ha suscitato il bisogno di “venire” a Berlino. Finalmente davanti ai miei occhi appare “Il muro” o perlomeno quello che ne rimane… per fortuna! Da lontano appare come un semplice muro di cemento armato, ma più ci si avvicina e più si percepisce dentro una sensazione di “freddo”. Già, proprio come la guerra che da anni ha contrapposto le due superpotenze mondiali, che poi si sono spartite in due fette la città sconfitta.

 

Su di esso dei murales colorati tentano di far riaffiorare felicità laddove si era persa per per decenni. Devo ammettere che in alcuni tratti ci riescono in pieno, come nel punto dove vi è rappresentato il bacio tra Regan e Gorbaciov. Ma nella maggior parte del suo percorso no… Vi sono dei punti, con delle targhe commemorative con incisi i nomi e le storie di uomini, donne e bambini caduti, che dal versante ovest verso est o viceversa tentavano di oltrepassare il muro. Tutto questo mette i brividi. Noto una netta differenza tra la parte est (ex russa) costituita da vecchi palazzi e la ovest ( ex americana) molto più nuova e modernizzata. la differenza la si vede ancora oggi da una facciata all’altra del muro. Dalla parte sovietica non vi è traccia di disegni e colori mentre in quella americana i murales ne dominano la scena. Questo perché la vecchia dittatura comunista dell’est non permetteva nessun tipo di disegno sul muro.

La sera però Berlino lascia a casa quel suo velo di malinconia trasformandosi in una delle città più allegre e festose d’europa! Alexanderplatz è uno dei centri di festa e noi la abbracciamo mangiando wurstel, crauti e bevendo birra! I giorni successivi visito la più importante chiesa della capitale tedesca : Il duomo di Berlino. Finalmente un tiepido sole illumina scaldando l’anima della fredda città. Camminando mi reco presso lo storico Checkpoint Charlie , un importante posto di blocco situato tra il settore sovietico e quello statunitense.

 

Venne istituito nell’agosto del 1961 in seguito alla costruzione del muro di Berlino per permettere il transito del personale militare delle forze alleate, del personale militare sovietico di collegamento, del personale diplomatico e dei visitatori stranieri. Qui ora è possibile fare delle foto con dei “veri finti” soldati americani che restano in piedi sull’attenti nel vecchio posto di blocco. Tutto questo perché a pochi metri si trova il “museo del muro” che visito interessato.

 

Resti del muro sono presenti in gran parte della città ed è giusto che siano ancora visibili. Penso che le generazioni future debbano sapere cosa sia accaduto qui in passato, in modo che questo scempio non accada mai più. Venire qua e pensare che fino a pochi anni fa questa città venne divisa da un muro per i capricci di guerra fa rabbrividire. Un muro lo si immagina come un qualcosa di protettivo ma non di divisorio. Ora vedere il muro crollato mi fa sentire sollevato. Nonostante il suo passato burrascoso Berlino è una delle città più vive d’europa. Non bellissima ma parecchio affascinante e molto malinconica. La storia dell’umanità è passata da qui con le sue sfaccettature grigie che ora si stanno colorando, dipingendo di vita le pareti di cemento del suo muro.

Alessandro Cusinato